È evidente che debba esserci passione. il problema non è come suscitare questa passione. Non fraintendetemi: parlo di passione nel senso più ampio che si possa dare a questo termine. Non mi riferisco certo soltanto a quella passione legata al sesso, che è ben poca cosa, ma che basta alla maggior parte di noi, perché l’ufficio, la fabbrica, la preoccupazione del lavoro, il costante ripetersi delle abitudini, l’impegno ad apprendere una tecnica hanno ormai distrutto qualsiasi altra passione e non rimane più nulla. È scomparso il ritmo della creatività con la sua intensità e il suo distacco. Proprio per questo il sesso diventa tanto importante per noi e ci perdiamo in passioni insignificanti, che in una mente ristretta, che ha la pretesa di essere virtùosa, assumono l’aspetto di enormi problemi oppure si trasformano subito in abitudini e muoiono.
Per me la parola passione indica qualcosa che comprende tutto. Un uomo che possieda l’intensità di questa passione non si accontenta di avere un lavoro, non si accontenta di fare il primo ministro, il cuoco o quello che volete. Una mente appassionata indaga, osserva, chiede, esige; non le basta trovare qualcosa che plachi la sua insoddisfazione e le consenta di mettersi a dormire. Una mente appassionata si muove a tentoni, con cautela, cerca, scopre, non si lascia irretire dalla tradizione. Non è una mente che prende decisioni, non è una mente che ha raggiunto uno scopo: è una mente giovane, che in ogni istante giunge alla meta.
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